sabato, 26 aprile 2025

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Boom di spesa nel gioco online: Palermo tra le prime città italiane
Quella del gioco online è una delle poche realtà a continuare una crescita esponenziale nel lungo periodo. Studi di settore e ricerche lo confermano, da ultima quella della CGIA Mestre in sinergia con As.Tro. Nel report pubblicato da questo sito in...

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A Mussomeli, in provincia di Caltanissetta, i carabinieri del Ros hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 17 indagati, a vario titolo, per associazione mafiosa, omicidio, estorsione e traffico di stupefacenti. Le indagini hanno permesso di ricostruire le dinamiche interne al mandamento mafioso, facendo luce anche sull'omicidio di Gaetano Falcone, avvenuto a Montedoro il 13 giugno 1998. Colpiti i clan di Campofranco, Montedoro, Serradifalco, Sutera, Bompensiere. I principali indagati sono Domenico Vaccaro, Calogero Modica, Rino Claudio Di Leo e Antonio Calogero Grizzanti. Di Leo, parente di Vaccaro e già condannato per mafia nell'ambito dell'operazione Urano, guidava un sodalizio dedito allo spaccio di droga con canali di approvvigionamento nel Palermitano e a San Cataldo. Inoltre, nel maggio del 2012 Di Leo aveva rapinato, con Francesco Pollara e altri complici, la filiale della Banca di credito cooperativo Toniolo di Campofranco, portando via 18mila euro. Nel corso delle indagini, inoltre, è stata documentata la pressione estorsiva sul territorio ai danni di imprenditori e commercianti e un fiorente traffico di sostanze stupefacenti. Importante la collaborazione di Maurizio Carruba, rappresentante della famiglia di Campofranco, arrestato nell'aprile 2011 nell'operazione del Ros Grande Vallone. È stato lui a definire le singole responsabilità dell'omicidio di Gaetano Falcone, ucciso per decisione di Domenico Vaccaro, che voleva vendicare la morte del fratello Lorenzo, e di Calogero Carruba. La vendetta era stata portata a termine da Angelo Schillaci e dallo stesso Maurizio Carruba.

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