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Scritto da Super User
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Categoria: Notizie
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Pubblicato: 22 Gennaio 2019
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La Dda di Palermo ha emesso un decreto di fermo nei confronti di 7 persone accusate di far parte della ricostituita "Commissione di Cosa nostra". Il progetto di ridare vita alla Cupola era stato scoperto a dicembre ed aveva portato al fermo di 47 tra boss e gregari. Tra i fermati di oggi ci sono due personaggi con cognomi noti: Leandro Greco, nipote del cosiddetto papa di Cosa nostra, Michele Greco, e Calogero Lo Piccolo, figlio del boss ergastolano Salvatore Lo Piccolo: entrambi avrebbero partecipato alle riunioni della Commissione provinciale.
Leandro Greco, 29 anni, si faceva chiamare come il nonno. Il padre Giuseppe, invece, morto negli anni scorsi, aveva interrotto la 'tradizione' familiare e faceva il regista. Del Papa di Cosa nostra si ricorda l'augurio, che suonò ovviamente più come una minaccia, fatto da dietro le sbarre dell'Ucciardone alla corte d'Assise che doveva decidere l'esito del maxiprocesso.
Queste le sue parole, pronunciate l'11 novembre 1978: “Io desidero fare un augurio. Vi auguro la pace signor presidente, a tutti voi auguro la pace perché la pace è la tranquillità e la serenità dello spirito e della coscienza e per il compito che vi aspetta la serenità è la base fondamentale per giudicare. [...] Vi auguro ancora, signor presidente, che questa pace vi accompagni per il resto della vostra vita”.
Oggi i fermi sono scattati anche grazie a due nuovi pentiti: Filippo Colletti, capomafia di Villabate fermato il 4 dicembre dai carabinieri con l'accusa di far parte della nuova "Commissione", e Filippo Bisconti, al vertice del mandamento di Belmonte Mezzagno, finito anche lui in manette nella stessa indagine. I due hanno rivelato ai magistrati il loro ruolo di vertice dei 'mandamenti' di Villabate e Belmonte Mezzagno. Entrambi hanno inoltre confermato la riorganizzazione della Commissione provinciale di Cosa nostra, svelando le dinamiche interne alla stessa e hanno fornito elementi importanti a carico di Leandro Greco, Calogero Lo Piccolo e Giovanni Sirchia. Tra i fermati anche Giovanni Sirchia, affiliato alla famiglia mafiosa di Passo di Rigano. Secondo le indagini è colui che si occupava di consegnare ai boss le convocazioni per i summit. In cella anche Giuseppe Serio, Erasmo Lo Bello, Pietro Lo Sicco e Carmelo Cacocciola ai quali è stato contestato il reato di associazione mafiosa e alcuni episodi di estorsioni commesse nel territorio del mandamento mafioso di San Lorenzo.